Amiche della funzionalità epatica e della salute cardiovascolare, le melanzane sono tra gli ortaggi più apprezzati dell’estate
La melanzana appartiene alla famiglia delle Solanacee. Il frutto commestibile è una bacca solitamente violacea (ma esiste anche un ibrido bianco candido!) che può avere forma, grandezza e sfumature o striature differenti a seconda della cultivar. Infatti, di melanzane ne esistono numerose qualità, come quella gigante, la violetta di Napoli, la tonda di Firenze… e tutte hanno in comune ottime proprietà nutritive.
Proprietà nutrizionali
In generale, sia la buccia che la polpa della melanzana hanno capacità coleretiche e colagoghe (cioè facilitano la produzione ed espulsione della bile), per cui questo ortaggio è utile per normalizzare la funzionalità del fegato e per abbassare i livelli di colesterolo nel sangue (il colesterolo viene infatti prodotto dal fegato). Inoltre, favorisce il transito intestinale e risulta utile in caso di stipsi. Il suo contenuto in iodio contribuisce a sollecitare l’attività tiroidea. La presenza notevole di ferro, in particolare, la rende un’ottima alleata delle persone anemiche e delle donne, che spesso presentano vari stadi di carenza di tale minerale. Contiene anche acido folico, molto utile in gravidanza per il corretto sviluppo del feto.
Essendo un alimento in grado di stimolare il metabolismo e il sistema nervoso, la melanzana è utile nei casi di obesità e astenia.
Va impiegata con cautela nelle gastriti, nelle coliti plastiche, nelle calcolosi biliari e renali (per la presenza di ossalati). L’apporto calorico è basso, appena 25 kcal per 100 g, tuttavia bisogna fare attenzione, perché le melanzane tendono ad assorbire olio come spugne, e si rischia di condirle troppo, facendo aumentare a dismisura le calorie realmente ingerite quando si mangia questo ortaggio.
Acquisto e conservazione
Quando le comprate, scegliete melanzane piccole, turgide e viola intenso se scegliete quelle scure; in generale, devono avere la buccia liscia, senza graffi o ammaccature.
La parte con il picciolo, deve essere verde ed evidentemente fresca!
La conservazione in frigorifero, a una temperatura di 10-15° C nello scomparto di frutta e verdura, non dovrebbe superare i 7 giorni. Per eliminare il loro tipico sapore amarognolo, basta tagliarle a fette o a dadini (a seconda della ricetta) e sistemarle in uno scolapasta, aggiungendo un po’ di sale grosso e coprendole con un piatto, sopra al quale metterete un peso. Lasciatele scolare per un paio d’ore, poi sciacquatele dal sale e cucinatele come preferite. Se le tagliate a dadini per saltarle in padella, eliminate la parte centrale più bianca, spugnosa e acquosa: saranno più saporite e consistenti. A proposito di cottura, ecco un mito da sfatare: non è vero che mangiare melanzane poco cotte può causare un’intossicazione da solanina (come accade invece nel caso delle patate); infatti, la solanina non è presente, nelle melanzane, in quantità tale da causare un problema per l’organismo se non vengono ben cotte (questo alcaloide è inibito con la cottura).
Per avere degli effetti indesiderati pericolosi, una persona di 70 kg di peso dovrebbe ingerire ben 1,5 kg di melanzane crude! In ogni caso, è bene consumarle sempre previa cottura.
Melanzane e iodio,
attenzione se…
Le melanzane devono essere consumate con cautela in presenza di ipertiroidismo, a causa del loro notevole contenuto in iodio. Per lo stesso motivo, poiché stimolano l’attività della tiroide e il sistema nervoso, possono causare insonnia nei soggetti predisposti.