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cottura_patate-fritte

 

Quando l’alimento viene prima bollito e poi ripassato, abbiamo la cottura ripassata  in padella, in questo caso l’alimento bollito (solitamente una   verdura) viene messo nella padella con l’olio già caldo (olio nel   quale si sarà eventualmente fatto soffriggere dell’aglio); la   verdura quindi verrà disidratata e l’olio cotto stimolerà   maggiormente il fegato, migliorando la digestione.

Anche nella cottura in padella (che si differenzia da quella stufata   solo per l’assenza del coperchio e per il fatto che può essere   effettuata anche a freddo, cioè mettendo insieme a freddo gli alimenti   e l’olio) l’alimento viene disidratato e reso così più facilmente   “aggredibile” dai succhi gastrici.
Per quanto riguarda la frittura, a parte le regole fondamentali che   già conoscete (alimento completamente immerso nell’olio extra   vergine d’oliva, che non deve mai raggiungere il punto di fumo, e  temperatura ottimale) è molto importante sfatare il mito che “faccia  male” o “sia pesante”; il fritto ha invece un’azione coleretica  e colagoga, in parole semplici significa che fa contrarre e svuotare  la colecisti; questo comporta anche una migliore evacuazione delle  feci, ed è controindicato di fatto solo nelle patologie del fegato e  della colecisti.
La cottura dorata-fritta (nella quale l’alimento viene prima passato  nella farina, poi nell’uovo e poi immerso in olio bollente), ha lo  stesso effetto stimolante per il fegato della frittura, ma più intenso  per via del fatto che l’uovoviene a contatto diretto con l’olio  bollente.
La cottura panata (nella quale l’alimento viene immerso prima  nell’uovo, poi nel pangrattato e infine nell’olio bollente) ha  invece uno stimolo meno intenso della cottura dorata-fritta, per via  della crosticina esterna di pane, chein quanto carboidrato supporta  il fegato offrendogli gli zuccheri.

Un cenno merita sicuramente anche la cottura alla brace, tanto  utilizzata sia nel periodo estivo che invernale, che non ha controindicazioni se fatta  nel modo giusto (l’alimento non deve carbonizzare in nessun punto) ed  effettuata con la legna.

 

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