Della stessa famiglia della cipolla e dell’aglio, lo scalogno ha un sapore più delicato e notevoli proprietà nutrizionali. Ecco perché sceglierlo e come utilizzarlo!
Un mio articolo sulla rivista “Vivere light” di Giugno 2015
Lo scalogno, come aglio e cipolla, fa parte della stessa famiglia dei gigli, le Liliacee. È un bulbo piccolo, bianco-violaceo, con una pellicola esterna rossastra ramata; quello più pregiato è lo scalogno di Romagna (marchio IGP). Ha un sapore più delicato e aromatico di quello della cipolla.
Proprietà nutrizionali
Lo scalogno apporta circa 72 kcal per 100 g. Interessante la composizione nutrizionale, con un buon quantitativo di fibre, diverse vitamine del gruppo B, oltre che la C e la A, e vari sali minerali, in particolare calcio, fosforo, ferro, potassio, magnesio, rame, zinco, selenio, zolfo e manganese. Ha proprietà diuretiche, lassative e antisettiche. Il suo tipico aroma viene dal solfuro di allile, sostanza che disinfetta l’intestino, aiuta la digestione ed è depurativa e disintossicante, oltre a rallentare l’azione dei radicali liberi.
Contiene anche quercitina, altrettanto importante contro l’invecchiamento dell’organismo, in quanto potente antiossidante. Mangiato crudo, lo scalogno mantiene tutte le sue proprietà benefiche, e può aiutare a rinforzare i capelli e le unghie. È sconsigliato a chi soffre di ulcera.
Acquisto e conservazione
Quando lo acquistate, i bulbi devono essere sodi, leggermente asimmetrici e di colore uniforme. Attenzione alla presenza di muffe, ad alterazioni di colore sulla buccia, ed evitate anche quelli parzialmente sbucciati o germogliati. Lo scalogno intero si conserva a temperatura ambiente, in un luogo asciutto e buio. Se viene tagliato e avanza, si può conservare in un contenitore a chiusura ermetica in frigorifero, e andrà consumato entro 3 giorni. Si può mangiare crudo in insalata, oppure può essere usato per la preparazione di salse e sughi, come alternativa alla cipolla.
Coltiviamo lo scalogno in vaso
Possiamo piantare scalogni grandi o bulbilli, in vasi di dimensioni sufficienti, a 2-3 cm di profondità e mantenendo una distanza di almeno 10 cm tra un bulbo e l’altro. Il terriccio deve essere ben drenato e concimato (meglio se con compost fatto da voi) e i vasi esposti alla luce, ma evitando il sole diretto nelle ore più calde. La raccolta si effettua dopo 4 mesi dall’inizio della coltivazione (che si consiglia di eseguire in primavera), quando le foglie ingialliscono. Dopo aver lascito i bulbi ad asciugare per 2-3 settimane, li potete conservare a temperatura ambiente al buio.